Lo streptococco in gola è un batterio, di cui esistono diverse varianti, che può portare ad infezioni di vario tipo nell’essere umano. Sono circa una ventina le specie che maggiormente attaccano l’uomo e si dividono in due gruppi principali:
- Streptococco alfa-emolitico, comprendente due gruppi, tra cui lo streptococcus pneumoniae
- Streptococco beta-emolitico, costituito da vari gruppi, tra cui gli streptococchi di gruppo A e gruppo B
Streptococco gola rimedi naturali e cure
I rimedi naturali possono fare ben poco per contrastare lo streptococco. Alcuni di essi, però, possono essere utili per alleviare i sintomi e dare un sollievo anche momentaneo.
Qui riassunte le procedure per la cura di questo batterio con farmaci più rimedi naturali
- Terapia antibiotica prescritta dal medico
- Medicinali consigliati dal medico
- Ribes nigrum per supportare il sistema immunitario
- Miele per tosse e mal di gola
In generale è consigliabile l’assunzione di ribes nigrum per aiutare il sistema immunitario a rafforzarsi.
Per lenire il mal di gola, invece, è utile assumere del miele biologico da solo, sciolto in acqua o in latte caldo.
Prevenzione dello streptococco
Abbiamo già accennato al fatto che non vi siano cure preventive specifiche per lo streptococco.
Tuttavia, è sempre possibile affidarsi al buonsenso e cautelarsi per evitare di contrarre il batterio.
Il miglior modo per evitare di diffondere lo streptococco è l’igiene: lavarsi spesso le mani per almeno 20 secondi, ssoprattutto dopo aver tossito o starnutito e prima di toccare cibo. Per i pazienti già affetti da streptococco accertato, evitare di uscire e di stare in luoghi chiusi con altre persone per almeno 2-3 giorni dall’inizio della cura.
Cure e farmaci per lo streptococco
Lo streptococco va curato per mezzo di terapia antibiotica, principalmente con penicillina o amoxicillina, nei soggetti non allergici alle penicilline.
L’antibiotico serve ad accelerare ulteriormente il decorso della malattia, ad impedirne il contagio e la diffusione e a evitare complicanze più o meno fastidiose. Nel giro di 24 ore dalla prima assunzione, il batterio già non è più contagioso di solito; tuttavia, meglio effettuare una cura di almeno dieci giorni, per essere certi di aver debellato completamente la presenza del batterio.
Streptococco gola sintomi
Col variare della tipologia, variano anche i sintomi di contagio da streptococco.
In generale, tra i sintomi dello streptococco più diffusi vi sono:
- Persistente mal di gola, anche durante la deglutizione
- Febbre
- Tonsille infiammate
- Eruzione cutanea
- Nausea
- Linfonodi del collo gonfi e sensibili al tatto
- Stanchezza
- Alito pesante
- Mal d’orecchio
- Lingua “a fragola” ricoperta di minuscoli puntini rossi
- Petecchie (macchie rosse) sul palato molle e duro
- Inappetenza
- Mal di testa
Streptococco in gola contagio
Vediamo come avvengono l’infezione e il contagio dello Streptococco in gola.
Il contagio avviene per via aerea, attraverso liquidi corporei come muco e saliva. Per questo, lo streptococco diventa assai contagioso nei bambini.
Anche solo tossendo o starnutendo, è facile che si possa passare il batterio alle persone vicine. Non è raro, tra l’altro, che si possa essere contagiati senza manifestare sintomi, diventando così portatori sani inconsapevoli del batterio streptococcico.
Streptococco in gola senza febbre
Lo streptococco spesso si manifesta con dolori alla gola, ma senza febbre. Può essere confuso facilmente con un mal di gola da raffreddamento nelle prime fasi, ma può essere scoperto quando inizia a diventare persistente. Di solito, comunque, non dura più di 2-3 giorni, ma è sempre bene assicurarsi dell’infezione per applicare una cura adeguata.
Per verificare il contagio da streptococco, il metodo più semplice da effettuare è quello del tampone faringeo, con il quale vengono prelevati liquidi dalla gola per accertarsi della presenza del batterio.
Se non curato bene, lo streptococco può causare complicanze o vere e proprie malattie, quindi sarà bene tenerlo a bada con le giuste cure.
Streptococco beta-emolitico di gruppo A
Lo streptococco di gruppo A può causare i seguenti sintomi/malanni:
- Angina (o faringite) streptococcica con forte mal di gola, arrossamento della zona interessata e eventuali placche alle tonsille
- Scarlattina, con il conseguente esantema cutaneo dovuto alla malattia
- Impetigine, un’infezione della pelle
- Sindrome da shock tossico
- Sindrome PANDAS
- Mastoidite
- Cellulite e fascite necrotizzante (malattia dei batteri “mangia-carne”)
L’angina streptococcica è quella maggiormente diffusa nei bambini, con o senza febbre. Scompare in breve tempo, ma bisogna aiutare il batterio ad andar via mediante terapia antibiotica, utile al bambino anche come protezione preventiva nel momento del ritorno a scuola.
Streptococco beta-emolitico di gruppo B
Lo streptococco di gruppo B può causare i seguenti sintomi/malanni:
- Infezioni del sangue
- Polmonite e meningite in età neonatale
- Infezioni del tratto urinario
- Infezioni della pelle
Streptococco in gola nei bambini
Sebbene lo streptococco colpisca anche gli adulti, i bambini restano i principali portatori del batterio streptococco.
Spesso lo streptococco si diffonde in scuole e palestre, luoghi chiusi frequentati da tanti bambini. Non vi sono cure preventive per un possibile contagio ma, una volta accertata la presenza del batterio, sarà meglio correre ai ripari con una terapia atta a debellarlo.
Lo streptococco in sé non tende a dare grossi problemi, ma sono piuttosto le possibili complicanze ad essere tediose. In tal senso, una delle complicanze peggiori è la sindrome PANDAS, che colpisce addirittura il sistema nervoso dei pazienti, causando diversi scompensi di natura neuropsichiatrica.
Streptococco in gravidanza
Parlare dello streptococco in gravidanza, però, è importante, perché qualcosa cambia e se lo streptococco beta emolitico di gruppo B o Streptococcus agalactiae è presente nel canale del parto al momento della nascita, può infettare il bambino con conseguenze talora gravi.
Per prevenire questa eventualità, di norma il ginecologo prescrive alla futura mamma un tampone vaginale da eseguire dopo la 35esima settimana di attesa, all’approssimarsi del termine della gravidanza.
In caso di esito positivo, con un trattamento antibiotico mirato si abbatte la carica batterica e il rischio di infezione del piccolo.