La soddisfazione della sete, insieme a quella della fame, è alla base della piramide dei bisogni umani teorizzata dallo psicologo Abraham Maslow nel 1954. Bisogno primario e bene inestimabile, l’acqua è una risorsa purtroppo rara in molte parti del mondo, basti pensare all’Africa sub-sahariana; in Italia fortunatamente la disponibilità idrica è ampia e ben capillarizzata, per cui quasi ovunque l’acqua che raggiunge le nostre case è abbondante e soprattutto potabile.
Se in passato, quando la disponibilità di acqua potabile in casa era ridotta, potervi accedere direttamente dal rubinetto era un privilegio, negli ultimi anni si è diffusa l’idea che l’acqua del rubinetto sia da evitare per molti fattori: il passaggio dalle tubature ne contaminerebbe la salubrità, il calcare potrebbe essere nocivo per la salute e molte altre teorie che incentivano l’acquisto dell’acqua minerale in bottiglia.
Perché smettere di comprare acqua in bottiglia
L’acqua in bottiglia è uno dei prodotti che non può mai mancare in supermercati e piccoli market, ma il suo impatto sulla vita quotidiana e sull’ambiente è davvero importante. Vediamo perché sarebbe meglio smettere di comprare acqua in bottiglia.
In alcune parti d’Italia, fortunatamente poche, l’acqua che arriva nelle case non è potabile; laddove, però, sia perfetta per essere consumata abitualmente, è bene rinunciare all’acquisto di acqua in bottiglia a favore dell’acqua del rubinetto.
Vediamo quali sono le ragioni principali per smettere di comprare acqua imbottigliata:
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- l’Italia è il terzo Paese al mondo per consumo di acqua in bottiglia e, di conseguenza, per produzione di rifiuti in plastica. Riciclare la plastica – materiale non biodegradabile – richiede procedimenti molto complessi e costosi, quindi spesso non viene smaltita in modo corretto, finendo per contribuire sensibilmente all’inquinamento degli oceani distruggendo interi ecosistemi marini e aumentando irreparabilmente l’impatto umano sull’ambiente;
- l’acquisto regolare di acqua in bottiglia influisce sensibilmente sull’economia familiare: ricerche effettuate in Belgio dimostrano che se in Europa si smettesse del tutto di comprare acqua già imbottigliata, il risparmio totale ammonterebbe a circa 600 milioni di euro l’anno;
- la plastica è uno dei materiali di uso comune domestico più pesanti: a lungo andare, il trasporto regolare e prolungato delle casse d’acqua da sei bottiglie – 1,5 L l’una, per un totale di 9 L – può avere conseguenze negative importanti sulla schiena e le articolazioni, specialmente nei soggetti più anziani.
Perché bere l’acqua del rubinetto
Dopo aver visto quali effetti negativi produca il consumo di acqua in bottiglia sull’ambiente, sull’economia domestica e sul fisico, vediamo ora perché bere l’acqua del rubinetto.
La motivazione più comune per l’acquisto di acqua in bottiglia dipende dalla paura che quella che arriva nelle nostre case venga contaminata nel passaggio dall’acquedotto e che il calcare ne infici le qualità benefiche. A riguardo c’è senza dubbio molta confusione.
L’acqua a uso domestico viene continuamente sottoposta a controlli di qualità e di livelli di potabilità e le società idriche sono obbligate per legge a segnalare qualunque variazione nella composizione che possa infierire sulla salute e la qualità della vita, per cui gli acquedotti sono continuamente monitorati. Il problema del calcare, in realtà non sussiste nemmeno: una presenza minima di calcare nell’acqua è tutt’altro che nociva per via del calcio – essenziale per la salute delle ossa – che il calcare contiene. Inoltre, essendo trattata in misura di sicurezza con il cloro, l’acqua del rubinetto è microbiologicamente sicura da bere.
Altri vantaggi derivano dal sostanziale risparmio economico: bere l’acqua del rubinetto invece di quella in bottiglia comporta un notevole risparmio che sul lungo periodo non può che giovare alle finanze domestiche. In ultimo, ma non di certo meno importante, bere l’acqua del rubinetto riduce in modo significativo l’impatto della produzione e dello smaltimento delle bottiglie di plastica sull’ambiente e sui tassi di inquinamento.
Per quanto riguarda la praticità dell’acquisto di bottiglie in plastica per quando siamo fuori casa, moltissime aziende commerciano delle pratiche borracce in alluminio che possono essere riempite a casa o nei punti appositi nelle città e nei paesi.
Per i più scettici, che spesso lamentano una certa “durezza” dell’acqua del rubinetto, sono in commercio dei filtri che, applicati alle apposite brocche, riducono a piacimento il livello di durezza e di calcare nell’acqua domestica.
O meglio, puoi decidere di acquistare un depuratore, capace anche di filtrare le particelle minuscole fino a 0,0001 microgrammi come i metalli pesanti (cromo, bario, arsenico, ecc.). I prezzi di un depuratore d’acqua variano molto: partono dai 200€ ma, se si desidera acquistare un depuratore certificato dal Ministero della Salute, occorre spendere almeno 1.500€.
Ciò può risultare un limite per molti: occorre, però, pensare che tale costo verrà recuperato nel tempo. Inoltre, molte aziende permettono di noleggiare un depuratore o acquistarlo tramite finanziamento. In pratica, potrai avere il depuratore allo stesso costo di quanto spenderesti comprando l’acqua in bottiglia al supermercato.