Coltivare erba e fiori non è difficile e quindi chiunque può farlo, ma è necessario avere però alcune conoscenze di base.
Ad esempio, è importante sapere che per coltivare una pianta di cannabis bisogna individuare i semi maggiormente adatti. In questo caso, i più popolari sono quelli femminizzati e gli autofiorenti. Premesso ciò, alla domanda qual è la differenza tra loro, ecco delle esaurienti risposte in merito.
Scegliere tra semi femminizzati e autofiorenti
I semi di cannabis sono disponibili in una grande varietà e crescono in bellissime piante in cui l’erba differisce per gusto ed effetto. Tuttavia, oltre al risultato del raccolto, ci sono anche grandi differenze nel modo di crescere e di produrre.
Ad esempio, i coltivatori che preferiscono una resa veloce optano per gli autofiorenti, mentre coloro che intendono aspettare di più scelgono i semi femminizzati. D’altra parte questi ultimi offrono una resa maggiore.
Premesso ciò, per semplificare il concetto, vale la pena analizzare a fondo le due tipologie di semi in modo da capire qual è maggiormente indicato per un determinato ambiente climatico o in relazione al suolo su cui si intende coltivare l’erba.
I semi femminizzati e le loro caratteristiche
I semi di cannabis femminizzati, come quelli Royal Runtz, sono coltivati appositamente per eliminare i cromosomi maschili, poiché forniscono cime adatte per il vaping o per curare alcune patologie in varie branche della medicina.
Detto ciò, va altresì aggiunto che quando si coltiva una pianta all’aperto come la cannabis o similare, inizierà a fiorire se riceve meno luce solare ovvero verso fine estate. I coltivatori indoor dovranno quindi imitare l’autunno adattando (gradualmente) il loro programma di illuminazione del tipo 12/12 ore. Sebbene la regolazione non sia complicata, richiede comunque una certa conoscenza e impegno.
Vantaggi dei semi femminizzati
I semi femminizzati sviluppano piante femminili e producono cime fumabili (cannabis), oltre a dell’erba con un valore di THC e CBD più alto rispetto a quello dei semi autofiorenti. Quelli femminizzati tra l’altro sono quasi al 100% privi di ermafroditi, e comportano rese più elevate rispetto alle piante autofiorenti oltre ad essere più facili da potare.
I semi autofiorenti e le loro caratteristiche
I principianti spesso scelgono dei semi autofiorenti. La ragione più importante di ciò, (come del resto suggerisce il nome), è che queste piante crescono automaticamente senza richiedere troppa attenzione. Puoi scegliere anche la versione autofiorente delle piante femminizzate note: Purple Punch Automatic, ad esempio, è la versione autofiorente della famosa Purple Punch di Royal Queen Seeds.
Nonostante il fatto che i semi autofiorenti abbiano gran parte delle caratteristiche dei femminizzati, ci sono tuttavia delle chiare differenze e che vale quindi la pena citare.
In primis va detto che non è necessario nessun particolare impianto di illuminazione. In secondo luogo mentre i semi femminizzati iniziano a fiorire non appena ricevono meno luce solare (o artificiale), un autofiorente cresce in base all’età. Coltivare una pianta con semi autofiorenti è quindi molto più facile rispetto a una con quelli femminizzati.
Vantaggi dei semi autofiorenti
Le piante nate con semi autofiorenti sviluppano piante femminili e forniscono la migliore qualità di cannabis. Premesso ciò, va aggiunto che il ciclo dal seme al raccolto è breve, consentendo quindi ai coltivatori di raccogliere da 2 a 4 volte l’anno. Un altro indiscutibile vantaggio offerto dalle piante nate da semi autofiorenti è legato al fatto che richiedono meno spazio oltre che essere più resistenti alle fluttuazioni di temperatura, ai parassiti e anche ai funghi.