Per avere un fegato più sano esistono una serie di soluzioni naturali che ci possono aiutare, tra queste il più impiegato è sicuramente il cardo mariano, un vero e proprio alleato per depurare il fegato grazie alle sue proprietà depurative.
Avere un fegato sano e non grasso è estremamente importante poiché è una ghiandola fondamentale che svolge moltissimi processi primari tra cui i processi di immagazzinamento del glicogeno, la sintesi delle proteine del plasma, oltre che concorrere alla rimozione delle sostanze tossiche dal sangue, direttamente derivanti da una pesante o cattiva alimentazione o da sostane alcoliche.
Il fegato produce inoltre la bile (o fiele) la cui secrezione è di primaria importanza per la digestione e l’assorbimento dei lipidi (1).
Un fegato depurato garantisce il corretto funzionamento dell’intestino, l’espulsione regolare delle feci e dona una sensazione di leggerezza e di benessere generale, e ci tiene anche lontani da problemi di forfora e malattie della pelle.
Ci sono diversi rimedi naturali che, insieme ad una dieta sana finalizzata alla depurazione, si possono impiegare per depurare il fegato, come ad esempio il tarassaco, il carciofo, il boldo, il cetriolo, ma sicuramente vale la pena di parlare approfonditamente delle proprietà del cardo mariano.
Cardo mariano che cosa è?
Il cardo mariano è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle tubolifere composte ed è principalmente diffusa nel centro e nel sud Italia.
Si tratta di un’erbacea biennale con fusto eretto che può raggiungere un’altezza anche di 150 cm, ha grandi foglie verdi e spinose con variazioni al bianco dal quale nasce una leggenda che associa la pianta alla Vergine Maria.
Predilige zone incolte o ai margini dei boschi e a maggio produce dei fiori violacei e dei frutti acheni che, similmente al carciofo con il quale condivide molto, sono molto apprezzati in cucina, soprattutto in alcune zone dell’Italia centrale.
L’origine dell’utilizzo del cardo mariano è molto antico e la sua presenza nella medicina naturale si divide tra storia e leggenda.
Il cardo mariano, infatti, pare che prenda il suo nome da quello della Vergine Maria, la quale, mentre allattava, pare avesse fatto cadere gocce di latte sulle foglie della pianta.
Per questo la leggenda ci ricorda che le macchie bianche che compongono le striature sulle foglie rappresentano le gocce del latte versato di Maria (2).
Cardo mariano proprietà
Nel passato il cardo mariano era utilizzato soprattutto dalle puerpere per aumentare la disponibilità di latte materno in allattamento.
Oltre a garantire più latte, si pensava anche che la pianta fosse in grado di lenire i morsi del serpente, i sintomi del cancro, l’idrofobia e, infine ma più verosimilmente, depurare il fegato.
Le proprietà depurative del cardo mariano, oggi più che mai, sono indiscusse.
La pianta è utilizzata per il forte potere terapeutico tutto a carico del fegato, e deve la sua attività alla silimarina contenuta nei semi che contengono circa il 4-6% del principio attivo (3).
Per le sue proprietà terapeutiche è usato in fitoterapia e in erboristeria con varie tipologie di estratto, di queste certamente il più interessante è l’estratto secco titolato e standardizzato, poiché è la forma di estratto che riesce a concentrare maggiormente le quantità di principio attivo della pianta e in maniera determinabile e ripetibile di lavorazione in lavorazione.
Lo trovi in commercio in capsule o compresse in erboristeria.
In termini di sicurezza la silimarina è generalmente sicura alle dosi indicate dai produttori di prodotti fitoterapici, infatti alcuni studi hanno mostrato che non sussistono problemi di alcuna natura quando somministrata anche alte in quantità dai 420 ai 480mg al giorno, suddivise in tre assunzioni (4).
La silimarina è una miscela di flavonolignani isomeri, silibinina, silicristina silidianina. La silibina è il costituente principale ed è composto da silibina A e silibina B (5).
La Silibina è oggi disponibile anche come farmaco con indicazioni specifiche per il trattamento dei danni a carico delle cellule epatiche e come terapia aggiuntiva in caso di epatite cronica e/o cirrosi.
La Silibina pare abbia anche una serie di meccanismi di azione che in casi particolari potrebbero essere a beneficio della pelle.
Alcuni studi si sono concentrati ad esempio agli effetti negativi dovuti alle tossine ambientali; avrebbe poi effetti anti-infiammatori, proteggerebbe dai raggi UV e via discorrendo (6).