Il caffè è la bevanda analcolica più consumata al mondo; in Italia, in particolare, fa parte delle abitudini alimentari di milioni di persone, che ne consumano almeno due dosi al giorno, a colazione, dopo pranzo o nel pomeriggio (in molti persino di sera, dopo cena).
Nonostante sia così diffuso, non sono pochi coloro i quali ritengono che il caffè non faccia bene o, peggio, possa avere ripercussioni negative sulla salute.
In realtà, non è così: se consumata – anche quotidianamente – con moderazione, questa bevanda può sortire effetti benefici, grazie alle numerose proprietà che la caratterizzano.
Più benefici che rischi
Ad agosto 2020 il New England Journal of Medicine ha pubblicato una revisione dei lavori inclusi nella letteratura scientifica relativa agli studi sul caffè concludendo che un consumo giornaliero di 4-5 tazzine, per i soggetti in buona salute (escluse le donne in gravidanza o in fase di allattamento) è in grado di assicurare notevoli benefici, in misura maggiore rispetto a possibili rischi per la salute.
Il caffè, al pari del tè, contiene caffeina, un alcaloide naturale caratterizzato da proprietà stimolanti. Per questo motivo, le ricerche inerenti agli effetti del caffè sulla salute si concentrano principalmente su questa sostanza.
A tal proposito, in base ad alcuni studi condotti dalle Università di Harvard e Singapore, il sopra citato consumo giornaliero (4-5 tazzine) rappresenterebbe il limite ideale, in quanto consente di assumere non più di 400 milligrammi di caffeina, ossia il quantitativo massimo consigliato, in quanto ritenuto sicuro per i soggetti che godono di buona salute.
Entro tali limiti, il caffè è in grado di stimolare il sistema nervoso centrale oltre ad avere un effetto antiossidante. Tali proprietà caratterizzano la bevanda a prescindere dal metodo di preparazione; pertanto, è possibile beneficiarne sia assumendo il caffè preparato con la moka tradizionale sia quello espresso ottenuto con le monodosi preconfezionate, come quelle Caffè Borbone (reperibili facilmente sia nei negozi che online, tramite e-commerce specializzati come Outlet Caffè).
Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui il caffè diventa una vera e propria dipendenza: nel nostro articolo dedicato puoi scoprire come disintossicarsi dalla caffeina.
Gli effetti benefici del caffè
Il caffè, se assunto ogni giorno con la dovuta moderazione, è in grado di garantire un apporto benefico e positivo; a tale scopo, è necessario limitare l’apporto di caffeina, restando entro un range compreso tra i 40 ed i 300 milligrammi al giorno.
Per quanto concerne gli effetti benefici, il caffè aiuta a ridurre l’affaticamento e, contestualmente, ad aumentare la soglia di vigilanza. Ragion per cui, il consumo della bevanda è consigliato a chi svolge lavori ripetitivi, come ad esempio gli operai o gli autisti.
Naturalmente, per non innescare meccanismi nocivi, è necessario che la quantità di caffè assunto su base quotidiana non superi le 4 o 5 dosi.
Gli effetti stimolanti, inoltre, non sono costanti ma dipendono in buona parte dalla sensibilità del singolo individuo; in altre parole, gli ‘effetti’ del caffè possono essere più o meno tangibili in base alla propria capacità di assorbimento della caffeina.
Un’altra proprietà delle proprietà benefiche del caffè riguarda l’attività cardiovascolare; la caffeina, nel breve periodo, può far aumentare il livello della pressione sanguigna. Di conseguenza, un consumo regolare permette all’organismo di abituarsi a questo meccanismo, sviluppando una sorta di resistenza che tende a far calare il rischio di ipertensione connessa all’assunzione di caffè. Il responsabile di questo specifico effetto potrebbe essere l’acido clorogenico presente all’interno della bevanda.
In sostanza, quindi, il caffè non fa male al cuore, a meno di non berne una quantità eccessiva per un prolungato periodo di tempo.
Di contro, se consumata adeguatamente, la bevanda contribuisce a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue; in aggiunta, riduce il rischio di sviluppare alcune patologie, come ad esempio la fibrillazione atriale o le malattie coronariche.