Il significato di bulimia può sembrare scontato ma nel 2020 è sempre specificare bene i significati delle parole per conoscere bene le cause e le conseguenze di una situazione come essa se protratta per troppo tempo.
È definita bulimia l’ingestione in un determinato periodo di tempo di una grande quantità di cibo a cui fanno da contrappeso una serie di comportamenti compensatori che devono prevenire l’aumento di peso e dei quali l’induzione del vomito è quello maggiormente utilizzato.
Il tipo di cibo assunto durante la crisi bulimica è vario e generalmente comprende cibi dolci, ipercalorici, come gelato o torte, anche se ciò che caratterizza la crisi è soprattutto la quantità di cibi assunta piuttosto che la compulsione verso uno specifico alimento.
Altra nota caratteristica della bulimia è la vergogna provata dal soggetto per le sue abitudini e il tentativo di mangiare da soli in modo da nascondere le errate condotte alimentari. Non di rado essi, quando sono a tavola con gli altri, si alzano per andare in bagno in modo da indursi il vomito.
Questi comportamenti di solito vengono accompagnati da umore disforico che si esplica, da un lato, in stati di tipo depressivo dovuti alla fame intensa a seguito delle restrizioni dietetiche a cui si sottopongono oppure a sentimenti di insoddisfazioni relative alle dimensioni e alla forma del proprio corpo e, dall’altro, nella disforia che accompagna le abbuffate seguita da umore depresso e sensi di autocritica.
La crisi bulimica, inoltre, è accompagnata da una forte perdita di controllo accompagnata da derealizzazione. Il soggetto in preda ad una vera e propria crisi compulsiva non è più in grado di controllare i propri gesti.
Non riesce a fermarsi davanti al cibo ed, addirittura, continua a ricercare altri alimenti. Le famiglie molto spesso debbono nascondere quest’ultimo perché svuotato il frigorifero continuano a cercare altro cibo per tutta la casa.
Queste abbuffate alimentari lasciano il soggetto in una profonda depressione legata al vissuto del proprio corpo.
Bulimia: i sintomi
Al fine di non aumentare di peso e ridurre gli effetti delle condotte alimentari inappropriate, vengono messi in atto comportamenti compensatori:
- autoinduzione del vomito;
- fame compulsiva diurna e notturna;
- eccessivo esercizio fisico;
- uso di farmaci come ormoni tiroidei, lassativi, etc;
- uso dei clisteri.
La bulimia è una vera e propria patologia e non un sintomo o una serie di sintomi passeggeri. Si lega in maniera indissolubile al terrore di ingrassare, al desiderio di perdere peso, al livello di insoddisfazione per il proprio aspetto fisico, alla scarsa autostima.
Nella maggior parte dei soggetti bulimici è possibile riscontrare, tutte le caratteristiche tipiche dei disturbi borderline di personalità.
È possibile guarire dalla bulimia o, quantomeno, ridurre i sintomi e i disturbi della bulimia? Scopriamolo nel prossimo capitolo.
Bulimia: cosa fare per stare meglio?
Non si può di certo affermare che guarire dalla bulimia sia una facile missione ma è certamente possibile: è un processo lungo e con alti bassi.
Quali sono i primi passi per affrontare il problema della bulimia dal lato giusto?
- rendersi conto fino in fondo di avere il problema;
- smettere di negarlo;
- smettere di nascondersi e vergognarsi della problematica;
- desiderare una vita migliore e un futuro migliore per la propria salute;
- cambiare gradualmente modo di pensare;
- apportare piccoli cambiamenti nel proprio stile di vita.
Quando ci si trova davanti ad un amico o un parente bulimico, è difficile capire come sia meglio comportarsi: la persona colpita dal problema tenderà a tirarsi indietro, a non affrontare né il discorso né alcuna situazione che possa far trasparire il problema.
È difficile aiutare una persona che nega di stare male e nega ogni qualsiasi problematica di relazione con il cibo.
Cosa si può fare di concreto per aiutare la persona con problemi di alimentazione senza entrare troppo in contrasto?
Esiste uno speciale Numero Verde S.O.S. Disturbi Alimentari 800 180969 al quale, in modo totalmente riservato, rispondono operatori specialisti ed esperti di alimentazione e psicologia: offrono attività di ascolto, consigli, orientamento, informazioni sulle strutture sanitarie affidabili e certificate dislocate nelle diverse regioni italiane.
Poiché tutto parte dal cervello, solitamente si inizia con una terapia psicologica che avrà l’obiettivo di ristabilire gli atteggiamenti più corretti possibili nei confronti dell’alimentazione e del cibo stesso.
La chiave, quasi sempre, sta nell’aiutare la persona colpita da bulimia nervosa a comprare quali sono le questioni di fondo e le sensazioni che contribuiscono al mantenimento del disturbo, per poi cambiare il loro atteggiamento verso il cibo ed il peso corporeo.
Per quanto riguarda le terapie di psicoterapia, quella cognitivo-comportamentale è la cura più diffusa per la bulimia nervosa.