L’appendicite rappresenta una delle più comuni cause di dolore addominale acuto dell’età scolare. E’ una infiammazione acuta dell’appendice vermiforme che può colpire soggetti di tutte le età. In questo articolo parleremo in particolare dei sintomi dell’appendicite e dell’appendice infiammata.
Cause dell’appendicite
Tra i possibili fattori etiopatogenetici dell’appendice infiammata è riportata l’ostruzione del lume dell’appendice causata da una ipertrofia dei follicoli linfoidi, in risposta ad infezioni virali o batteriche. Può anche essere prodotta da una massa fecale, da un restringimento del lume o dall’ingestione di bario.
Questa ostruzione fa sviluppare un processo infiammatorio che può provocare infezione, trombosi, necrosi e perforazione.
Se l’appendice si rompe o si perfora, il contenuto infetto cade nel cavo addominale causando peritonite, che è la complicazione più frequente e più pericolosa dell’appendicite. Il dolore è inizialmente centrale ( epigastrio o regione ombelicale), aggravato dal movimento e solo alcune ore più tardi si localizza in fossa iliaca destra.
Se si accompagna contemporaneamente a rossore del volto, nausea e/o vomito, respirazione contratta e mancanza di appetito è fortemente indicativo di una patologia appendicolare. Il segno di McBurney non è costante in quanto strettamente correlato alla posizione dell’appendice.
Nei casi di un appendice dislocata nello scavo pelvico un esame digito-rettale provoca frequentemente dolore. Anche l’esplorazione retto-vaginale può provocare forte dolore a livello del cavo del Douglas in presenza di appendicite pelvica.
Appendicite sintomi
Ora veniamo ai sintomi dell’appendicite.
- dolore addominale,
- inappetenza,
- nausea,
- vomito,
- stitichezza o diarrea,
- incapacità di espellere gas,
- qualche linea di febbre,
- gonfiore addominale.
La rigidità parietale è un segno frequentemente presente così come pure la febbre alta nelle 24-30 ore successive all’inizio della sintomatologia dolorosa. Alla palpazione il dolore è presente sia alla pressione che alla decompressione. Sono sintomi e segni più tardivi la stitichezza o la diarrea e la tachicardia.
Il paziente può deambulare piegato in avanti, oppure stare sdraiato con il ginocchio destro flesso per ridurre il dolore. La cessazione improvvisa del dolore addominale indica la perforazione o l’infarto dell’appendice.
Diagnosi: appendicite o appendice infiammata?
Dopo aver parlato dei sintomi che puoi avvertire in caso di appendicite, ora parliamo della diagnosi.
La diagnosi è per lo più ancora clinica, basata su esame obiettivo ed analisi ematochimiche sebbene l’ecografia addominale consente di confermare con buona accuratezza diagnostica il sospetto clinico. Una leucocitosi neutrofila è spesso presente così come possibili segni di disidratazione.
La diagnosi differenziale va posta considerando le possibili diverse sedi di localizzazione dell’appendice. Nel caso di una appendice retrocecale o paracecale andranno sempre escluse una colecistite, un’idronefrosi, una pielonefrite e la calcolosi renale.
In presenza di una appendice ileale vanno invece considerate ulcera duodenale, malattia di Crohn, carcinoma cecale od ileo-cecale, diverticolo di Meckel, calcoli ureterali. In caso di appendice pelvica si escluderanno l’ostruzione intestinale, la diverticolite e la perforazione di ulcera tifoide.
La cefalea, il malessere generale, la splenomegalia, un esordio non propriamente acuto e l’assenza di leucocitosi possono escludere l’appendicite.
L’appendicite acuta non operata abitualmente si perfora risultando in una peritonite diffusa o nella formazione di un ascesso para-appendicolare.
E’ comunque possibile la sua risoluzione spontanea o indotta da antibioticoterapia. La percentuale di appendiciti perforate è di circa il 20-25% ed è il principale fattore determinante la mortalità ( 27 per mille).
I più importanti sintomi di perforazione sono la durata del dolore e l’età. Nei soggetti al di sotto dei 10 anni ed in quelli al di sopra dei 60 anni la perforazione dell’appendice è più frequente ( circa il 40%)e più rapida dopo l’inizio dei sintomi.
Il trattamento prevede l’immediata sospensione di alimentazione orale, l’infusione di liquidi per via endovenosa, la sedazione del dolore ed antibioticoterapia. Se entro 6 ore dall’esordio dei sintomi non vi è miglioramento è sempre indicato il consulto specialistico chirurgico per la valutazione di un intervento ( appendicectomia).
L’intervento per via laparoscopica abbrevia il periodo della guarigione e la degenza ospedaliera.
NON somministrare mai catartici o clismi, che potrebbero causare la rottura dell’appendice. Gli analgesici vanno somministrati solo dopo diagnosi certa in quanto potrebbero mascherare i sintomi.
Per ridurre il dolore mettere il paziente in posizione di Fowler.
NON applicare mai calore sul quadrante inferiore destro dell’addome, che potrebbe causare la rottura dell’appendice. Per alleviare il dolore si può applicare la borsa del ghiaccio con flanella interposta.
Nell’appendicite complicata da peritonite, può essere necessario un sondino naso-gastrico per decomprimere lo stomaco e ridurre la nausea ed il vomito. In questo caso l’igiene di della bocca e del naso è fondamentale.
N.B.: Nei bambini l’acetonemia può manifestarsi sotto forma di una forma pseudo-appendicolare.
Nelle donne mestruate, invece, una ovulazione dolorosa può simulare i sintomi di un’appendicite per cui è sempre importante ritrovare la data dell’ovulazione in rapporto con il ciclo mestruale.
Trattandosi di una patologia strettamente chirurgica la medicina naturale trova minore indicazione ed è sempre consigliabile in presenza dei sintomi prescritti una valutazione medica con l’unica accortezza di non somministrare alimenti, bevande ed analgesici.