L’ acido lattico nei muscoli nasce dall’affaticamento muscolare, è un fenomeno che nasce da molteplici eventi biochimici. Esso è definito come incapacità di mantenere nel tempo una determinata intensità nell’esercizio o nella forza generata.
Abbiamo una diminuzione dei metaboliti come ad esempio il glicogeno e fosfageni, che sono implicati nella contrazione del muscolo e abbiamo l’accumulo acido lattico e calcio, che impediscono la contrazione.
L’acido lattico può quindi è un sottoprodotto del metabolismo anaerobico. Nasce quindi quando il muscolo è sottoposto ad un intenso lavoro ed il metabolismo aerobico non riesce più a soddisfare le richieste, per mancanza di ossigeno.
Il lattato è prodotto nel giro di un solo giorno, quando si è a riposo in piccole quantità da tessuti come i globuli rossi (eritrociti), con metabolismo anaerobico o da altri tessuti in base alla disponibilità di ossigeno.
Scopri come si forma l’acido lattico nei muscoli e i rimedi per capire come smaltirlo.
Acido lattico nei muscoli
Durante l’attività fisica di media o alta intensità, per mancanza di ossigeno. L’acido lattico comincia ad accumularsi in modo progressivo nei muscoli e nel sangue. Infatti è perfettamente normale dopo un allenamento di questo tipo, accusare uno stato d’indolenzimento e dolore muscolare chiamato come Delayed Onset Muscle Soreness (DOMS).
Nella maggior parte dei casi, questo è dovuto a microtraumi e viene definito ad insorgenza ritardata. Questo stato non è per niente correlato alla produzione di acido lattico e l’avvertiamo sempre dopo l’attività anaerobica, tra le 24 e le 48 ore.
Se questo indolenzimento invece l’avvertiamo subito dopo o addirittura durante l’attività anaerobica, esso è collegato direttamente all’acido lattico. Quel senso di bruciore è definito come ad insorgenza rapida ed è legato direttamente all’eccesso di acido lattico ed è tipico dell’allenamento anaerobico.
Perché si forma l’acido lattico nei muscoli?
Per capire come esso si forma, per prima cosa occorre capire come i muscoli funzionano sotto sforzo. Ovviamente ogni singola contrazione muscolare richiede energia, che viene fornita esclusivamente da una molecola di adenosin trifosfato ATP. Essa è sufficiente per sostenere soltanto 1 o 2 secondi di contrazione e quindi deve essere rigenerato costantemente.
Questo processo può avvenire in tre modi diversi:
- attraverso il processo aerobico, cioè a base d’ossigeno
- via fosforilazione diretta, si mobilita la fosfocreatina, che in grado di donare un gruppo fosfato all’ADP, facendoci avere nuovamente l’ATP. A questo punto è possibile nuovamente avere la contrazione e il rilassamento del muscolo.
- attraverso il processo anaerobico, cioè in assenza d’ossigeno, questo subentra dopo la fosforilazione diretta. Quando l’ossigeno è stato utilizzato nelle cellule, per altri processi metabolici, l’organismo entra in uno stato di chiamato debito di ossigeno. A questo punto una molecola di glucosio viene spezzata, per la produzione dell’ATP. Questa via produce solo due molecole di ATP, contro le 36 che si avrebbero dalla completa ossidazione della molecola. Si deve inoltre ridurre l’acido piruvico, anch’esso derivato del glucosio, ad acido lattico.
L’acido lattico a questo punto viene accumulato da prima nelle cellule e poi rilasciato all’interno dei muscoli, quando è terminata l’ATP ma è ancora richiesta energia. Prima che l’acido lattico si accumuli, è utilizzato come temporanea riserva energetica. Questa si ottiene per mezzo di una riconversione in glucosio fatta dal fegato.
Tutto questo è ovviamente un meccanismo temporaneo, che se troppo prolungato, porterà a un’inevitabile sensazione di bruciore a livello muscolare e conseguente calo delle performance atletiche, portando alla fatica muscolare, che culminano con crampi muscolari.
Rimedi per smaltire l’acido lattico
Un atleta per poter ridurre o prevenire questo fenomeno, ha diversi modi. Ovviamente alla base c’è una sana e corretta alimentazione, ma sono d’aiuto anche una corretta integrazione. Dopo questo primo modo, abbiamo necessità di avere un allenamento specifico, in modo da abituare il muscolo allo sforzo.
Da questo punto di vista, molti sistemi sono stati messi a punto, per poter migliorare la cosiddetta resistenza al lattato.
Con l’alimentazione e l’integrazione nel contrasto del lattato, è basato sull’azione alcalinizzante. Infatti è bene ricordare che questa sostanza è un acido.
Altro accorgimento importantissimo è mantenere una buona idratazione corporea. L’acido lattico è solubile in acqua, quindi migliore è la nostra idratazione, a livello muscolare, maggiore sarà la dispersione.
Gli integratori utili possono essere:
– consumo di bevande idrosaline contenenti il magnesio o l’aumento di consumo di verdure a foglia verde, legumi e cereali integrali. Bisogna ovviamente prestare attenzione, in quanto si soffoca il senso di fatica e ci può portare a gravi infortuni.
– assumere Alga Spirulina, secondo alcuni studi, porti ad una riduzione della produzione di acido lattico e quindi un minor sviluppo di DOMS e stress ossidativo.
Inoltre l’attività enzimatica si innalzi, aiutando nello smaltimento di acido lattico. Quest’ alga contiene infatti tutti gli amminoacidi ed acidi grassi essenziali, oltre un elevato contenuto vitaminico B1, B2, B3, B6, acido folico, vitamina C, vitamina D, vitamina A e la vitamina E, oligoelementi come potassio, calcio, cromo, rame, ferro, magnesio, manganese, fosforo, selenio, sodio e zinco.
Questi ultimi citati, dovrebbero influire sulla velocità dello smaltimento di acido lattico, oltre a offrire protezione al muscolo sotto sforzo.