Grandi e bambini giocano troppe ore ai videogiochi al punto da diventare una propria dipendenza. Quali sono le cause della dipendenza da videogiochi in particolare nei bambini e quali gli effetti negativi sulla salute?
Dipendenza da videogiochi bambini
Il gioco e il videogioco differenze
Il gioco è un’attività fondamentale per lo sviluppo dei bambini perché stimola l’immaginazione, favorisce l’apprendimento delle regole e consente di distinguere realtà e finzione. Tuttavia, al giorno d’oggi il gioco è quasi sempre il videogioco e finisce per diventare una fonte di comportamenti negativi o patologici. Infatti questo fenomeno ha raggiunto a livello mondiale in quanto molti giovani e studenti giocano due volte al giorno da una a tre ore.
Circa la metà dei bambini gioca da solo e in genere i problemi legati alla dipendenza da videogioco sono poco conosciuti o sottovalutati perché quasi tutti ritengono che si manifestino solo se si gioca per più di sei ore durante la giornata.
In questi questo tipo di dipendenza è ancora di più aumentata con la possibilità di giocare ai videogiochi online su internet, collegandosi e sfidando persone in tutto il mondo con console come Xbox e Playstation. Le conseguenze, oltre a quelle sulla salute che citeremo tra poco, colpisce i bambini anche dal lato sociale. Infatti, se il bambino o l’adolescente passa tante ore davanti al televisore o al pc a giocare ai videogiochi, rischierà di chiudersi nel suo guscio e creare il proprio mondo ludico in casa davanti appunto ad un monitor e non uscendo e creare amicizia reali e non virtuali.
Abbiamo già trattato vari tipi di dipendenze come quelli da internet e social network al vizio delle slotmachine e gioco d’azzardo, hanno tutte in comune la caratteristica della solitudine della persona che subisce la dipendenza.
La dipendenza da videogiochi: i sintomi principali
Scopriamo insieme quali sono i campanelli d’allarme al quale devi prestare attenzione e i rischi per la salute.
Giocare per troppe ore al giorno per tutti i giorni ai videogiochi può portare a una vera e propria dipendenza: infatti il loro uso protratto nel tempo viene definita videoabuso, videomania o videofissazione.
In questo caso si gioca senza pause e senza essere consapevoli dagli stimoli esterni.
La dipendenza dai videogiochi si collega alle altre tossicodipendenze per il fatto di comportare fenomeni di astinenza e di assuefazione: di conseguenza, i giocatori aumentano esponenzialmente il il tempo passato davanti alla consolle perché, paradossalmente, si prova meno soddisfazione.
Allo stesso tempo, se ci si allontana dal monitor, si è colpiti da sintomi psicofisici come malumore, irrequietezza e incapacità di concentrazione perché ossessionati dall’idea di tornare al gioco. Per bambini e adolescenti è fondamentale il ruolo dei genitori nel capire se vi sono segnali di allarme, così da poter intervenire prima che la situazione degeneri.
I comportamenti patologici non sono solo legati semplicemente al trascorrere molte ore sui videogiochi: infatti, un accesso frequente ma non continuo, frammentato nel corso della giornata, non è un sintomo di videodipendenza.
Al contrario lo è la presenza di almeno tre di questi comportamenti:
- uscire poco e malvolentieri di casa da quando si ha la passione per i videogiochi,
- il contemporaneo abbandono di hobby e sport,
- la decisione di saltare i pasti al posto di scegliere di interrompere una partita,
- il rimanere svegli per giocare fino a tardi,
- l’andare male a scuola,
- la mancanza di concentrazione quando non si gioca,
- la trasandatezza nel proprio aspetto e nel vestire.
Conseguenze e cause della dipendenza da videogames
Tra i primi sintomi della videodipendenza vi sono
- la tendenza all’isolamento,
- la perdita di ore di sonno per giocare
- o perché non si riesce a distogliere la mente dal gioco
- e appunto l’incapacità di concentrarsi su attività che non siano il gioco.
Successivamente si hanno l‘azzeramento della vita sociale, comportamenti compulsivi, agitazione e il manifestarsi di altre condotte scorrette che hanno effetti negativi sulla salute. Tra queste vi sono la tendenza all’introversione, ansia, tremori e la sedentarietà, che può provocare sovrappeso corporeo.
La fascia di età più a rischio è quella dei bambini tra i 10 e i 12 anni, ma alcuni studi hanno rilevato come tra le cause della videodipendenza vi è il desiderio di fuggire dalla realtà, unito a una tendenza al comando. Infatti se la propria vita non è soddisfacente, spesso si preferisce vivere al suo posto quella virtuale perché più attraente.
Purtroppo, giocando senza sosta si può rischiare di confondere la realtà l’immaginario. Altre cause riconosciute della dipendenza dai videogiochi sono quindi i problemi di inserimento nel lavoro o nella scuola, problemi di salute a cui si desidera non pensare, pensieri ossessivi verso gli altri o se stessi e seri problemi relazionali. Se non riesce a risolvere questi problemi, il soggetto può identificare con i personaggi dei videogiochi così da poter trasferire nel mondo virtuale le relazioni interpersonali, gli sfoghi e le emozioni.
Quali sono i rimedi per la dipendenza dai videogiochi
Dato anche la grande diffusione dei videogames tra bambini e adolescenti e la facilità con cui si è esposti a questi comportamenti, si considera la dipendenza da videogiochi una patologia vera e propria, la cui cura deve seguire gli stessi principi applicati alla tossicodipendenza e l’alcolismo.
Anche per questo motivo, dopo gli Stati Uniti, la Corea del Sud e la Cina, anche in Europa sono stati aperti centri per la disintossicazione dai videogiochi: il primo è stato inaugurato ad Amsterdam nel 2006.
Si tratta di una clinica gestita da un centro che cura le varie forme di dipendenza dal 1991, la Smith & Jones Addition Consultants. Le terapie di disintossicazione che vi vengono applicate durano 2 mesi e i soggetti che vi vengono ricoverati hanno forti dipendenze dai videogiochi.
In Italia, se si tratta di ragazzi molto giovani, è bene rivolgersi al proprio pediatra, così che si possa cercare un rimedio instaurando un rapporto sincero e amichevole.
In ogni caso è controproducente tentare di allontanare il proprio figlio dai videogiochi iscrivendolo ad attività sportive e culturali: se non vi è una reale motivazione e partecipazione da parte del ragazzo, si ottiene solo di acuire il desiderio di fuggire dalla realtà. Se i risultati con il pediatra non sono sufficienti, si può contattare uno psicologo o uno psichiatra seguendo i consigli del medico personale.
Rivolgersi al Sert è un passo da intraprendere con cautela.