Il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio è una delle possibili manifestazioni del virus VZV (Virus varicella-zoster) o HSV3 (Herpesvirus umano 3), virus a DNA della famiglia degli Herpesviridae: parliamo dell’Herpes Zoster, da non confondere con l’Herpes Simplex da cui si differenzia sia nei sintomi, sia per la regione del corpo in cui si manifesta.
Fuoco di Sant’Antonio o VZV (Virus Varicella-Zoster): cos’è
Il suo nome popolare, fuoco di Sant’Antonio, è un chiaro riferimento alla storia di matrice religiosa di Sant’Antonio Abate, ed alle piaghe infernali che il demonio gli inflisse durante il suo eremitaggio nel deserto, le quali richiamano il dolore bruciante ed esteso della patologia in questione.
Ci proponiamo dunque in questo articolo di indagare quali siano i sintomi e le possibili cure o trattamenti relative al fuoco di Sant’Antonio, o Herpes Zoster.
Trattasi, in sostanza, della forma che assume il virus della varicella una volta riattivatosi, dal momento che dopo essere stato contratto una prima volta, anche in infanzia, non abbandona mai l’organismo umano restando latente nella persona, conferendole una parziale ma duratura immunità.
Lo stato in cui giace normalmente il virus dell’Herpes Zoster quando inattivo non è da confondersi con uno stato di portatore sano del paziente, in quanto incapace di contagiare terzi ad eccezione dei periodi in cui sono i suoi sintomi sono sperimentati.
Inoltre non c’è rischio di contagiare di Herpes Zoster chiunque abbia già acquisito l’immunità per la varicella, trattandosi di un virus già presente nell’organismo della persona.
Il presentarsi del cosiddetto fuoco di Sant’Antonio, insomma, non è altro che la naturale conseguenza di un calo di difese immunitarie, dovuto ad un forte stress (fisico o emotivo) oppure all’avanzamento dell’età, che consente al virus di manifestare nuovamente nell’organismo alcuni specifici sintomi, per quanto di intensità inferiore alla varicella. Un’ulteriore causa potrebbe essere trovata in un’eccessiva esposizione al sole o ad altra fonte di raggi ultravioletti, potenti immunodepressori per il nostro organismo.
Sintomi del fuoco di Sant’Antonio
Il fuoco di Sant’Antonio si presenta solitamente sotto-forma di dolore dalla consistente intensità, localizzato per lo più in specifiche aree del corpo, ed accompagnato da eritema e gruppi di vescicole distribuite spesso a grappolo. Altri sintomi comuni, oltre al prurito, sono sintomi simil-influenzali come febbre, mal di testa, brividi, mal di stomaco e spossatezza.
In particolare, le zone interessate sono prevalentemente circoscritte alla regione del dermatoma, e nel dettaglio i gangli dorsali posteriori delle radici spinali e nel ganglio trigeminale (ganglio di Gasser) nei quali si annida il virus.
Il virus può risvegliarsi con sempre maggiore frequenza ed aggressività con l’avanzamento dell’età, motivo per il quale è caldamente consigliato procedere con una vaccinazione, somministrata in singola dose, ai 65 anni d’età in condizione normali, o dai 50 anni in su nelle situazioni di maggior rischio di complicazioni.
In ogni caso, qualora non si sia stati in grado di prevenire in tempo il manifestarsi di questa fastidiosa patologia, è possibile alleviare i sintomi e curare il fuoco di Sant’Antonio in diversi modi.
Come curare il fuoco di Sant’Antonio
Impiegare degli impacchi umidi realizzati con acqua a temperatura ambiente, strizzati a dovere, da porre sulle vesciche può portare un po’ di sollievo, così com’è un’opzione valida il rimedio tradizionale del miele di eucalipto per alleviare il dolore; non si tratta però di soluzioni definitive o in grado di curare l’herpes.
Il trattamento standard prevede la somministrazione di Aciclovir, Valaciclovir o Famciclovir più volte al giorno, così come nel caso dell’Herpes Simplex; essendo però la forma di Zoster più resistente agli antivirali rispetto al Simplex è previsto un dosaggio più massivo, 800 mg cinque volte al giorno anziché 200mg. In questo modo si ostacola la riproduzione virale, ed è di fondamentale importanza agire nelle dovute tempistiche per scongiurare una situazione virale particolarmente estesa.