Se pratichi sport e sei attento alla forma fisica, probabilmente hai già sentito parlare dei chetoni esogeni. Sai però esattamente di cosa si tratta, a cosa servono e perché sono importanti? E sai che esiste una dieta cosiddetta “chetogenica“? È ciò di cui parleremo in questa guida.
Chetoni esogeni: cosa sono e a cosa servono
Si definiscono chetoni esogeni quelle molecole che (come dice il nome stesso) provengono dall’esterno dell’organismo. Infatti sono di natura sintetica, e sono contenuti nei famosi integratori che vengono assunti a sostegno di allenamento e dieta.
Esistono anche dei chetoni edogeni e da qui la differenziazione, cioè delle sostanze che vengono create letteralmente dal corpo quando si digiuna per un certo periodo. In particolare queste sostanze vengono prodotte quando l’organismo percepisce un ridotto apporto di carboidrati, e da questa condizione prende il nome il regime alimentare (o dieta) chetogenico.
Riassumendo quindi, i chetoni in generale sono sostanze prodotte quando nel corpo ci sono pochi zuccheri complessi, e possono essere prodotte autonomamente (ma in questo caso si deve digiunare o praticare una dieta molto rigida con tutte le conseguenze del caso) o essere assunte dall’esterno.
Servono (e in tal senso hanno molti benefici dimostrati) ad alleviare le emicranie croniche e sembra addirittura a diminuire gli attacchi epilettici farmaco resistenti.
Come funzionano i chetoni esogeni
La prima deduzione che scaturisce dalle premesse è che assumere chetoni dall’esterno evita di doversi sottoporre a diete drastiche ma assicura gli stessi benefici. Come funzionano queste sostanze?
In sintesi agiscono combinandosi con gli enzimi del metabolismo attraverso i recettori in condizioni di bassi livelli di glucosio nel sangue.
Si intuisce anche come l’utilità dell’assunzione di chetoni esogeni sia effettiva per chi pratica sport, e che per stimolare un ambiente chetonico dovrebbero ridurre o eliminare i carboidrati. In questo caso soffrirebbe di cali glicemici e avrebbero poca energia da impiegare nell’attività fisica. Le ricerche sugli effetti a lungo termine di questi chetoni tuttavia, va detto, sono ancora in corso.
Come produrre la chetosi e quante forme di esogeni esistono
Come abbiamo visto, per produrre la cosiddetta chetosi, si diminuisce drasticamente l’apporto di carboidrati, arrivando anche al digiuno prolungato e forzoso.
Tuttavia, per essere più specifici, la chetosi alimentare (cioè l’aumento di queste sostanze nel corpo) può essere provocata stimolandone la produzione a livello epatico, cioè dal fegato, o tramite un digiuno che preveda l’assunzione di carboidrati in quantità non superiore a 50 grammi al dì, o digiunando del tutto per diversi giorni o assumendo chetoni esogeni (tramite integratori).
Per quanto riguarda invece le forme di chetoni esogeni, ne esistono di due tipologie che sono:
- esteri: che sono dei composti organici;
- sali: questi si trovano sul mercato ed hanno un sapore gradevole, che ricorda quello degli integratori salinici. Non impattano molto sulla produzione dei chetoni, nel senso che ne aumentano la quantità nel sangue in forma minima, ma apportano magnesio e potassio a cui si legano per poter entrare in circolo.
Il vantaggio principale dei chetoni esogeni è quello di far risparmiare all’organismo quindi tutte le scorte energetiche (soprattutto se si pratica molto sport), perché ne apportano di loro. Inoltre sembra che agiscano miglioramento il metabolismo in generale. Ci sono poi altri due aspetti molto importanti dell’assunzione di queste sostanze.
In primo luogo quando vengono introdotte nell’organismo, subiscono un processo di ossidazione (cioè di aggiunta di ossigeno alle molecole) molto intenso, a differenza dei grassi. Inoltre, non sembrano avere effetti collaterali sui livelli di insulina in circolo, a differenza di quanto avviene con i carboidrati.
Questo le rende utilizzabili sotto forma di integratori alimentari e dietetici anche per coloro che hanno un insulino resistenza.