La difficoltà a deglutire, meglio definita in linguaggio medico disfagia, è una disfunzione dell’apparato digerente caratterizzato proprio dal non riuscire a deglutire alimenti liquidi e/o solidi.
“Non riesco a deglutire!” Chi ne soffre spesso ha la sensazione che il boccone fatichi a raggiungere lo stomaco e la deglutizione può anche essere dolorosa, in questo caso si parla di odinofagia.
La disfagia è una patologia in alcuni anche molto problematica in quanto rende difficile alla persona nutrirsi in maniera corretta sia per quanto riguarda l’ingestione di liquidi, importanti per il corpo sia per i cibi e quindi per il giusto apporto di calorie all’organismo.
Tipi di disfagia (difficoltà a deglutire)
La difficoltà a deglutire può essere di tre tipi a seconda della localizzazione del fastidio, in base alla progressione del bolo durante l’atto della deglutizione.
Abbiamo disfagia:
- orale;
- faringea;
- esofagea.
Stabilire esattamente la localizzazione della sensazione che ha la persona nella complessità ad ingoiare è importante per stabilire le possibile cause che hanno dato la comparsa del disturbo e quelle specifiche alla zona di interesse.
L’importanza è data dal fatto che in alcuni casi i problemi ad inghiottire possono derivare da una manifestazione ansiosa del soggetto più o meno grave e non necessariamente da un problema di tipo organico.
Per trattare la disfagia è necessario, che il medico specialista ne individui la causa scatenante per poter così poi agire favorendo l’attenuazione dei sintomi ove possibile.
Cause della difficoltà a deglutire
La disfagia insorge a seguito di un problema nel controllo del processo di deglutizione le cui cause possono essere di diversa natura anche se per lo più si manifesta in soggetti anziani.
Vediamo quali possono essere le cause
- debolezza dei muscoli delle guance e della lingua che rendono così difficile lo spostamento del cibo nella bocca e la relativa masticazione;
- presenza di ostruzioni, a causa di corpi estranei, stenosi o tumori;
- infiammazioni del tubo gastroenterico e reflusso gastroesofageo, che rappresenta la causa di disfagia quasi nel 30% dei casi;
- disturbi del sistema nervoso che ostacolano il riflesso della deglutizione;
- debolezza dei muscoli della gola come dopo un intervento chirurgico di asportazione di un tumore localizzato in quella zona;
- disturbi dell’esofago come infezioni, processi irritativi o traumi che ne causa un possibile restringimento;
- paralisi cerebrale;
- morbo di Parkinson;
- tumore a testa, collo o esofago;
- demenza e declino delle funzioni cognitive;
- perdita della memoria;
- Alzhaimer;
- spondilosi cervicale.
Riassumendo la difficoltà a ingoiare è generalmente causata da un indebolimento o danneggiamento di muscoli e nervi coinvolti nella deglutizione.
Oltre però a queste cause, che insorgo con l’avanzare dell’età, ci possono essere anche anomalie congenite del meccanismo della deglutizione come nel caso dei bambini che nascono col labbro leporino, ovvero un’apertura del palato della bocca e non riescono a succhiare correttamente o a mangiare con la crescita.
Sintomi della disfagia
I sintomi più facilmente associabili alla difficoltà a deglutire sono:
- tosse;
- rischio di soffocamento durante la deglutizione;
- rigurgito nasale o orale;
- difficoltà nel linguaggio;
- sensazione di nodo in gola;
- possibile dolore cervicale o al torace;
- senso di bruciore a livello toracico;
- difficoltà a trattenere il cibo o la saliva all’interno della bocca;
- senso di soffocamento;
- chiusura della glottide;
- aspirazione del cibo nella trachea, con possibile comparsa di polmonite ab ingestis, causata dalla proliferazione di patogeni nelle vie respiratorie a causa del cibo;
- voce gorgogliante;
- perdita di peso per la difficoltà a nutrirsi in maniera corretta;
- paura di mangiare o bere;
- affaticamento durante il pasto.
Questo ultimo sintomo è spesso associato a persone che soffrono anche di somatizzazione ansiosa e/o depressione.
Consigli per alleviare la disfagia
Alcuni accorgimenti, indicati dall’esperta dottoressa Rossetto, per chi soffre di questo disturbo sono:
- prestare attenzione a possibili colpi di tosse durante il pasto;
- l’acqua, elemento di difficile gestione, va addensato con appositi gelificanti;
- evitare la pastina in brodo che crea ulteriori difficoltà nella deglutizione perchè unisce cibi con consistenza diversa;
- preferire cibi con consistenza omogenea;
- mantenere una postura durante i pasti con il giusto allineamento di capo, collo e tronco.Per le persone allettate, sollevare il busto durante i pasti e cercare di mantenere la posizione per almeno un’ora dopo il pasto;
- mantenere sotto controllo l’apporto calorico e l’idratazione per non avere scompensi e problemi di salute ulteriori.
In caso di malattie come Ictus sarà necessario sicuramente un periodo di riabilitazione dove la persona dovrà riallieneare i muscoli della deglutizione non solo.
Il medico di famiglia ti seguirà ma gli specialisti a cui rivolgerti in caso di difficoltà a deglutire sono gli specialisti in odontoiatria protesica, medicina riabilitativa, patologia del linguaggio, otorinolaringoiatria e gastroenterologia.
Alimentazione
Come abbiamo visto, in presenza di difficoltà a deglutire, è importante l’alimentazione e anche per questo disturbo, come per altri ci sono alimenti consigliati e altri sconsigliati per evitare di peggiorare la sintomatologia.
Alimenti sconsigliati
- Pastina in brodo, minestrone con verdure a pezzi, gelato con nocciole, yogurt con pezzi di frutta e altri alimenti in cui coesistano la consistenza solida e liquida;
- Biscotti e crackers friabili, che si possano sbriciolare;
- Riso, mais, pasta in formati piccoli;
- Gnocchi e altri cibi appiccicosi che aderiscano al palato;
- Verdure filamentose come finocchio, carciofo, fagiolini con filo; buccia della frutta, uva e altri alimenti fibrosi;
- Frutta secca e caramelle se dure e compatte;
- Polveri come cannella e cacao;
- Alimenti speziati, pepati o piccanti perché potrebbero indurre tosse e quindi compromettere la deglutizione.
Alimenti consigliati
- Semolino, crema di riso, purè o patate lesse in sostituzione di pasta e riso
- Carne come la trita sotto forma di polpette o hamburger, pesce morbido, formaggi cremosi o uova
- Verdure non filamentose ben cotte o in passato di verdura
- Frutta frullata o in mousse
- Yogurt senza pezzi di frutta, latte addensato con biscotti granulari per la colazione
- Budini, semifreddi e gelati
Con moderazione e solo qualora la disfagia non sia particolarmente grave è possibile consumare dei pasti di tanto in tanto con panna, besciamelle o salse.
Olio Extra Vergine di Oliva a crudo o formaggio grana grattugiato da aggiungere ai cibi li rende più nutrienti e aiutano a combattere in qualche modo il calo di peso e la mal nutrizione dovuta alla disfagia.
Fecola, amido di mais, gelatine, tuorlo d’uovo sono addensanti naturali che aggiunti a cibi e bevande ne migliorano la consistenza.
Rimedi naturali
La disfagia in realtà può essere trattata con rimedi coadiuvanti naturali solo nel caso sia associata a cause come l’ansia o la depressione che non permettono di deglutire in maniera in corretta.
Fra i fitoterapici che possono venire in aiuto ci sono:
- Passiflora in estratto liquido da assumere in gocce tre volte al giorno da mezzora a 1 h prima dei pasti principali. In alternativa è possibile utilizzare l’infuso con aggiunta di melissa;
- Tilia Tomentosa utilizzabile in particolare in chi soffre di ansia sempre in gocce da assumere prima dei pasti principali con poca acqua e anche prima di coricarsi;
- Iperico utilizzato solitamente in chi soffre di sintomi depressivi e nei cambi di stagione dove l’ansia si presenta con più frequenza. Si trova in commercio sempre in forma di gocce da assumere di solito la mattina a colazione e durante la giornata. L’iperico non va assunto con farmaci antidepressivi;
- Valeriana dispert, ideale per il rilassamento sia a livello di sonno sia per gli stati ansiosi diurni e notturni.